La nascita e lo sviluppo della città

Il villaggio si sviluppa nel territorio della città di Libarna, conquistato dai romani all’inizio del II secolo a.C. e situato lungo la via Postumia. Grazie alla sua posizione strategica, Libarna divenne centro di un territorio amplissimo, acquistando grande importanza militare e commerciale. Tra il V e il VII secolo, nel periodo della sua decandenza la popolazione abbandonò il paese per salvarsi dalle scorrerie di barbari. Nel IX il paese, ormai ridotto ad un piccolo avamposto militare, appartenne all’Abbazia di Sant’Ambrogio di Milano.[7] Dal secolo XI è citato nelle fonti come castrum, ossia come luogo fortificato, divenne proprietà del ramo estense degli Obertenghi, che, a sua volta lo concesse nel 1003 a Pietro I vescovo di Tortona.

Negli anni successivi fu oggetto di contesa tra la Repubblica di Genova e i Comuni di Tortona, Alessandria e Alba. Dopo le guerre del 1199 e del 1217 e del 1224, i contendenti, stipulata la pace nel 1228, grazie alla mediazione del comune di Milano decisero lo smantellamento del castello di Arquata, ma questo non bastò a ristabilire la quiete che avvenne solo nel 1231 grazie ad un collegio di tre arbitri, presieduto dal vescovo di Alba, assegnando infine Arquata a Tortona.

Ricostruita dai tortonesi a partire dal 1244, con la riedificazione del castello e del borgo nuovo ai piedi di questo, nel 1278, fu concessa, in feudo, al capitano tortonese Guglielmo VII del Monferrato.

Nel 1310 il paese venne venduto, per necessità finanziarie ad Opicino Spinola di Genova. Il 1313 è l’anno in cui Arquata fu elevata al rango di Feudo imperiale ligure dall’imperatore Enrico VII e concessa alla famiglia genovese degli Spinola di Luccoli. Arquata diventa quindi una entità politica autonoma con il suo governo, il suo tribunale e le sue leggi (lo statuto della città sarà redatto nel 1486).

Nel 1641, Filippo Spinola divenne marchese di Arquata, marchese del Sacro Romano Impero, mentre il figlio fu insignito del titolo di conte di Vocemola, dall’Imperatore del Sacro Romano Impero, Ferdinando III, oltreché la facoltà di battere moneta, legittimare bastardi e laureare poeti. Nel 1644 viene inaugurata la zecca di Arquata che inizia la propria attività con la battitura del quarto di scudo di lira genovese.

Durante l’invasione napoleonica il 5 maggio 1796, dopo che un gruppo di contadini arquatesi, tese un’imboscata ai soldati francesi, venne, per ordine di Napoleone, saccheggiata e incendiata. L’anno successivo i francesi abolirono i feudi imperiali liguri: ha quindi termine la lunga signoria degli Spinola e l’autonomia della città. La nuova amministrazione comunale decide l’annessione alla Repubblica Ligure, che a sua volta è incorporata al Primo Impero francese. Nel 1815, il congresso di Vienna, decretò l’annessione dell’ex Repubblica di Genova al Regno di Sardegna e con lei anche Arquata che passa alla provincia ligure di Novi. Con il decreto Rattazzi entra a far parte della provincia di Alessandria e quindi del Piemonte.

Nel 1861 cambia nome da Arquata ad Arquata Scrivia.

Il 7 giugno 2007 ha ottenuto dal comune di Gavi la frazione di Sottovalle.